I principi irrinunciabili per un contenuto destinato all’omnicanalità: ispirato alle esigenze dei consumatori, strutturato, disponibile su richiesta, automatico. Nel post l’approfondimento.
Ti abbiamo già introdotto alcuni concetti fondamentali per i contenuti destinati all’omnicanalità, partendo dal report «Omnichannel strategies demand a new content approach» di Ryan Skinner e Nick Barber di Forrester («Come riusare un contenuto per tanti canali di marketing»). Adesso ti forniamo una serie di spunti di questo report, come indicato anche dalla Comunity di THRON.
1. Deve essere ispirato alle esigenze dei nostri consumatori: dobbiamo essere pronti a veicolare in tempi e canali diversi i contenuti che meglio soddisfano i bisogni di leads e customers (es. veicolare le Faq al momento giusto della consideration), rendendoli riutilizzabili e modulabili.
2. Deve essere strutturato in “pezzi” semantici: in assenza di logica nella strutturazione del contenuto, è impossibile manipolare il contenuto in modo da soddisfare le esigenze dei clienti in base dal canale scelto.
3. Deve essere disponibile su richiesta: deve trovarsi in un repository da cui è facile recuperarlo e distribuirlo.
4. Deve essere impostato per la trasformazione e l’automazione: questo è possibile con una struttura semantica che lo rende scomponibile e un repository di contenuti connessi da cui “estrarlo” e veicolarlo, in modo tale da impostare le iniziative di automation che trasformano i contenuti su criteri di personalizzazione.
Un contenuto già pensato per l’omnicanalità offre molteplici vantaggi all’azienda: con un approccio orientato al cliente (contenuti che servono il cliente) ci troviamo di fronte a un vero e proprio “allineamento” delle strutture aziendali che le rende più dinamiche, efficienti ed intelligenti e quindi capaci di fornire customer experience migliori.
Questi contenuti devono essere, perciò, riusabili, con un grande risparmio di effort. Skinner&Barber portano l’esempio di Vitra, un marchio di mobili svizzero che, avendo grandi quantità di contenuti da tradurre, incappava in errori dovuti alla presenza di silos. Una volta centralizzato (e quindi “predisposto” per l’omnicanalità) i costi di traduzione e i relativi errori sono stati risparmiati del 90%.
Il report Forrester rivela che il 59% dei responsabili delle decisioni di Marketing a livello globale prevede di aumentare quest’anno la spesa relativa ai contenuti e alla loro personalizzazione. Considerata l’enorme quantità di contenuti da gestire, le aziende devono ottenere il buy-in a livello dirigenziale per guidare la centralizzazione dei contenuti e la creazione di connessioni tra i vari sistemi aziendali.
Content_Intelligence_for_DummiesÈ solo al termine di questo processo in ottica customer centric che il content-as-service raggiunge l’evoluzione successiva, ovvero il knowledge-as-service, dando in pasto ai consumatori i contenuti specifici di cui ha bisogno. Questo consente di associare positività all’interazione con il brand che ha saputo veicolare questovalore. E questa fiducia concessa dal cliente conferisce enormi vantaggi in termine di autorevolezza con miglioramento dei posizionamenti SEO.
Per poter impostare la strategia editoriale, puoi fa riferimento alla content intelligence: i motori di Intelligenza Artificiale (AI) di cui si serve consentono di ottenere il controllo completo del ciclo di vita dei contenuti, abbattendo le duplicazioni e i silos di dati e semplificando il workflow aziendale.